Un ex membro del Comitato di Politica Monetaria della People’s Bank of China, Huang Yiping, è convinto che il divieto di fare trading di criptovalute potrebbe essere deleterio nel lungo periodo.
Il 29 gennaio, Sina Finance ha pubblicato un articolo che riporta che durante un discorso dello scorso dicembre, Huang Yiping ha espresso la sua convinzione che un divieto permanente sui crypto asset potrebbe far perdere numerose opportunità al sistema finanziario tradizionale Cinese. In particolare, Huang sostiene che il divieto imposto possa essere funzionale nel breve periodo ma che sarebbe necessario analizzare in maniera più approfondita le conseguenze a lungo termine di tale misura.
L’ex consigliere di Bank of China ha inoltre evidenziato l’importanza di creare un quadro normativo adeguato per le cripto-attività.
Nonostante Huang abbia chiesto di rivedere il divieto sulle criptovalute, lo stesso ha anche preso posizioni dure contro Bitcoin, ricordando che molte delle transazioni legate a questa criptovaluta hanno dei fini illeciti.
Huang Yiping ha anche menzionato l’insuccesso dello yuan digitale, lanciato diversi anni fa, e suggerito l’opzione di permettere alle istituzioni private di emettere delle stablecoin ancorate al valore dello yuan digitale.
Nonostante il divieto sulle criptovalute, entrato in vigore nel 2021, la Cina ha continuato ad essere il secondo maggior minatore di Bitcoin al mondo, dimostrando che la community crypto cinese è ancora attiva. Inoltre, l’8% dei clienti coinvolti nella vicenda FTX erano utenti della Cina continentale.
Questi dati mettono in mostra come le tecnologie decentralizzate non possono essere fermate dai governi per design, e sinché ci sarà incentivo economico a minare e ad utilizzare le criptovalute, ci saranno utilizzatori attivi sulla rete anche in Cina, a prescindere dalle leggi adottate.